14 - S. Bonifacio

Le reliquie giunsero nel nostro paese tramite la famiglia Erba-Odescalchi di Como, che aveva in Bovisio proprietà terriere e trascorreva alcuni mesi dell''anno nel palazzo, che con il nome di Palazzo Scotti è ora sede del municipio del nostro comune. Tra i suoi membri ci fu anche un papa, Benedetto Odescalchi, che divenne pontefice con il nome di Innocenzo XI (1676-1689). Quello che ci interessa è il fatto che Innocenzo XI donò al nipote marchese Antonio Maria Erba, allora senatore del ducato di Milano, il corpo del martire Bonifacio, trovato nelle catacombe di S. Callisto in Roma. L''autentica delle reliquie fu siglata da mons. Eusanio Aquilano, prefetto dei Sacri Palazzi e vescovo di Porfirio, il 14 luglio 1680, ed esse vennero custodite nel palazzo Erba- Odescalchi in Como. La vedova le fece trasferire nell''oratorio della famiglia nella loro villa di Lazzago. Successivamente la famiglia ne fece dono formale alla chiesa di Bovisio. Su Bonifacio dicono che venne ordinato papa nel 418 e morì nel 422: ma sembra impossibile identificare questo Bonifacio I papa con quello da noi ospitato. Forse aiuta a capire la difficoltà di scoprire qualcosa di più certo sull’origine e sull''identità precisa del santo da noi conservato sapere che sono conosciuti almeno altri 21 santi con il medesimo nome. Il curato di allora, don Cristoforo Bazzana (1685-1727), fece preparare un''urna di "pero nero guarnita in ornati di argento” cesellato e munita di cristalli, nella quale il 1° luglio 1711 vennero composte le spoglie del santo. il 14 agosto 1774 le reliquie furono trasferite nella nuova chiesa in un altare fatto appositamente erigere da don Brioschi grazie alle offerte dei fedeli. Il 29 agosto 1904, alla presenza di mons. Angelo Nasoni, il corpo di S. Bonifacio fu tolto dall''urna e deposto in una cassa provvisoria. Ritrovato in eccellente stato di conservazione, esso fu ricoperto di bambagia in modo da potergli adattare la splendida veste di seta e spolino d''oro. L''urna argentata venne, nel frattempo, inviata a Milano per completarne l''abbellimento. In occasione del centenario, il 14 ottobre 1905, lo stesso mons. Nasoni ripose nuovamente il santo nell''urna risistemata e vi appose i sigilli. Essa fu poi collocata, per le solenni celebrazioni a cui partecipò anche l''allora arcivescovo di Milano card. Ferrari, al centro della chiesa su un trono appositamente preparato dal signor Fermo Zari, seguendo un''antica usanza recentemente recuperata da don Bruno Molinari.

Osserviamo ora l'urna in cui sono contenute le reliquie. Il paliotto in lamina d''argento sbalzata rappresenta il martirio di S. Bonifacio. L''urna è un parallelepipedo ed ha otto facce di cristallo: ai quattro spigoli in alto sono disposti quattro angeli oranti cesellati, in argento massiccio, con una decorazione tutta d''argento lunga 36 cm e larga sette alla sommità della testa dell''angelo.

Alla base del coperchio di forma piramidale, sulla cui sommità stanno tre lampade, vi sono decorazioni in argento; nella parte posteriore vi sono altri due disegni di dimensioni minori. Il coperchio è diviso in tre facciate di vetri da due traversi, sui quali vi sono motivi decorativi d''argento che si diramano nelle altre cornici. Nella cornice che fa da base ci sono altre sette decorazioni d''argento, così come in alto

La cassa in cui sta il santo è quadrangolare, coperta quasi totalmente d''argento da tre parti, con specchi circondati da comici interamente argentate. Le facciate di fianco comprendono due angeli che tengono un ramo di palma tra le mani, con guarnizioni in argento. Inoltre, al centro di ciascuno dei lati alla base del coperchio, si vedono quattro stemmi, tra cui si riconoscono quello del Comune di Bovisio, quello della famiglia Odescalchi, quello di Papa Innocenzo XI e un ultimo, forse regale.

 

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